Tares da capogiro, i commercianti chiedono un incontro al sindaco

TERAMO – “Tares alle stelle e licenze senza controlli”. I titolari dei pubblici esercizi di Teramo lanciano l’allarme attraverso la Confcommercio che si rivolge direttamente al sindaco Maurizo Brucchi per avere una risposta immediata ed un incontro con i commercianti. “In questi giorni- si legge in una nota di Confcommercio Teramo – la nostra categoria ha raccolto il grido di protesta dei commercianti attraverso alcuni dei loro rappresentanti. Nei giorni scorsi, abbiamo ricevuto le cartelle della Tares. Si tratta di importi da capogiro che vanno fino a 15mila euro annui. La tassa sull’immondizia, negli ultimi quattro anni, è più che raddoppiata a dispetto di quel che fu detto dal nostro sindaco che tale tassa sarebbe riabbassata l’anno successivo dal suo inserimento. Per non parlare poi dell’indiscriminato sistema di rilascio, da parte del Comune, di autorizzazioni ad aprire nuove attività in un momento, questo, così difficile”. I commercianti, quindi, chiedono al sindaco Brucchi una immediata rivisitazione della Tares perché sia riabbassata, in base all’effettivo reddito prodotto e un blocco repentino delle licenze i”n considerazione del fatto che anche la Regione è ormai protesa verso tale direzione in merito ai centri commerciali”.

BRUCCHI: «ATTIVEREMO UN TAVOLO TECNICO» – Il sindaco Maurizio Brucchi raccoglie l’appello della Confcommercio e invita i commercianti ad un confronto, così come ha già fatto con Confindustria. «Domani alle 18 ci sarà la riunione con i rappresentanti delle aziende, faremo lo stesso con i commercianti, anche per condividere le novità sulla tassazione e l’arrivo della Iuc, inserita all’interno della Tari». Intanto il sindaco ha disposto una verifica degli aumenti della Tia anno per anno. Niente da fare invece per il blocco delle licenze, chiesto dall’associazione di categoria. «A livello nazionale – precisa Brucchi – si è stabilita la liberalizzazione delle licenze, d’altronde in un momento di crisi come quello attuale non credo sia opportuno vietare ad un cittadino la possibilità di aprire un’attività commerciale».